lunedì 23 marzo 2015

Borromini l'illusionista

piazza Capodiferro (Tempesta 1693)
Al pari di una prescrizione medica, per superare il senso di tristezza e disagio provocato dalla brutta architettura contemporanea capitolina è necessario visitare, almeno una volta al mese, le stupefacenti "invenzioni" di Francesco Borromini (1599-1667), il tormentato architetto ticinese che lasciò a Roma una traccia indelebile. Il suo formidabile talento è paragonabile a quello dell'illusionista, la cui abilità consiste nello spostare l'attenzione del pubblico in un punto prestabilito. Nel 1632 il cardinale Bernardino Spada aveva acquistato dai Capodiferro un bel palazzo, tra via Giulia e piazza Farnese, vicino ai centri di potere dell'epoca. 

La fontana di Borromini a piazza Capodiferro (Specchi 1690)
Nel 1636 il cardinale avviò i lavori di ristrutturazione del palazzo, necessari per consentire la permanenza del nipote Orazio e della sua famiglia, acquistando, per l'occasione, alcuni lotti adiacenti. Alla morte del suo architetto di fiducia il cardinale Spada ingaggiò Francesco Borromini, che si occupò del palazzo e dell'area adiacente nel periodo 1649-1657. Oltre alla progettazione di varie soluzioni interne all'edificio, Borromini decise di modificare virtualmente la realtà esterna intorno al palazzo attraverso varie "illusioni". La prima fu ottenuta dipingendo su una parete di palazzo Ossoli, quella antistante palazzo Spada, una finta facciata composta da blocchi in travertino, perfettamente integrata con la vera facciata del palazzo;  questa magnifica pittura, nascosta per secoli da strati di colla e vernice, è stata restaurata nei primi anni Novanta (Mario Lolli Ghetti). 

L'unica immagine conosciuta della
fontana antica (stampa de Rossi)
Al centro del prospetto dipinto Borromini realizzò una nicchia (vera) in cui collocò una fontana (vera), alimentata da una diramazione dell'Acqua Paola (che giungeva sulla riva sinistra tramite Ponte Sisto). La fontana era così descritta da Fioravante Martinelli (Roma ricercata nel suo sito, 1660): "Nella piazza avanti al detto palazzo (Spada) è stata fatta una vaga fontana dal Cav. Borromino, rappresentando una donna, che premendo le mammelle, manda l'acqua nella conca, che gli soggiace". Purtroppo, ciò che resta della fontana è una bella stampa di fine Seicento, mentre l'Erma attuale è opera dell'artista Giuseppe Ducrot (1996).

L'Erma di Giuseppe Ducrot
(foto Marco Gradozzi)
Terminato il restyling della piazza il Borromini si dedicò alla seconda "illusione", ottenuta ponendo l'ingresso secondario del palazzo (via Giulia) perfettamente in asse con la fontana di piazza Capodiferro.

In basso l'ingresso di Palazzo Spada su via Giulia; in alto
la fontana di piazza Capodiferro (Google Earth)
Il risultato finale è incredibile, infatti, Borromini suggerisce al nostro sguardo un percorso obbligato, grazie al quale osservando la fontana dall'ingresso di via Giulia, questa sembra essere all'interno del palazzo invece che all'esterno.

La fontana vista da via Giulia
(foto Marco Gradozzi)

4 commenti:

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  2. Bel colpo Marco : non ci avevo mai fatto caso. Troppo preso a guardare la meridiana su palazzo Ossoli. A proposito di false prospettive a palazzo Spada, sono da ricordare le mirabolanti architetture affrescate da Angelo Michele Colonna e Agostino Mitelli nella sala di Pompeo.

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  3. Era un genio dal carattere veramente instabile (purtroppo).

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  4. Buongiorno, è possibile sapere la fonte delle immagini?

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