domenica 2 agosto 2015

L'arrivo dell'Acqua Felice nel rione Trastevere

Ponte S. Maria (ponte Rotto)
L’approvvigionamento idrico del rione Trastevere cessò nel X secolo, quando si interruppe il flusso dell’Acqua Traiana che Adriano I aveva restaurato nell’VIII secolo. Nel maggio del 1592 iniziarono i lavori per portare l'Acqua Felice sulla riva destra mediante una conduttura inserita nel Ponte S. Maria. Al rione Trastevere furono concesse 15 once, una quantità d’acqua davvero ridicola se paragonata alle 66 once fornite a villa Montalto (la villa urbana di Sisto V). Dopo quattro anni di inutile attesa l’abate Riario, molto interessato all’arrivo dell’acquedotto in quanto possessore di un palazzetto in via della Lungara (di fronte a villa Chigi), ruppe gli indugi e acquistò per 1500 scudi il condotto che dal Quirinale avrebbe dovuto portare l’Acqua Felice fino a Ponte S. Maria. Anche il cardinale Farnese (dal 1579 proprietario di villa Chigi), per non essere da meno, chiese e ottenne una conduttura per la sua residenza. Nel 1598 l’inizio dei lavori sembrava davvero imminente: tre condotti dell’Acqua Felice avrebbero attraversato il Tevere sugli archi di Ponte S. Maria. Tuttavia, il destino si mise di traverso: le piogge continue sollevarono il livello del Tevere che il 24 dicembre superò i 19 metri, provocando il crollo delle arcate di Ponte S. Maria ancorate alla riva sinistra (il ponte era stato restaurato nel 1574). Il Comune non si diede per vinto (le pressioni da parte di Riario e Farnese dovettero essere fortissime) e nel 1603 stabilì di far passare le condutture dell’Acqua Felice sui ponti dell’Isola Tiberina. Finalmente, nel 1604 l’Acqua Felice giunse alla fontana di S. Maria in Trastevere.

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