lunedì 29 agosto 2016

Il lago scomparso di Villa Borghese

I Propilei di Luigi Canina
(foto Marco Gradozzi)
L’ingresso monumentale di Villa Borghese sembra oggi quasi invisibile, circondato com'è dal caos di piazzale Flaminio e dal traffico incessante che scorre lungo viale del Muro Torto. Eppure, ci fu un tempo in cui i maestosi Propilei progettati dall'architetto Luigi Canina (inaugurati nel 1829) risaltavano bianchi e splendenti tra il verde della campagna circostante. 

Il laghetto scomparso (I. Ciaffi)
Insieme all'ingresso monumentale Canina realizzò un piccolo lago, subito a sinistra appena varcato l’ingresso; la sua scelta fu dettata dalla necessità di colmare in modo “romantico” un dislivello esistente tra la villa e l’ingresso. Quella che segue è la descrizione del piccolo bacino da parte dell’archeologo Antonio Nibby (1830): «è a sinistra di chi entra … nutrito da un grosso volume d’acqua che da alto vi si precipita, formando una cascata»; intorno vi erano «spessissimi salici piangenti tramezzati da seditoi in marmo che invitano a riposarsi al rezzo (fresco)». 

Villa Borghese nel 1849; lo
specchio d'acqua è sulla
sinistra (Alfred Guesdon)
L’acqua che alimentava il laghetto (Acqua Felice) veniva utilizzata sia dal vicino mattatoio (costruito nel 1824 nell'area situata tra piazza del Popolo e il fiume) sia per «adacquare (innaffiare) la via Flaminia fino al miglio». Nel 1850 lo specchio d’acqua fu prosciugato perché ritenuto causa di malaria, inoltre emanava «cattivo fiato e ammorbava gli abitanti di quel quartiere».

L'area del piccolo lago
(elab. da Google Earth)

venerdì 19 agosto 2016

Il "fritto misto" di piazza Vittorio


Il "fritto misto" nei giardini
di piazza Vittorio
(foto Marco Gradozzi)
Nei giardini di piazza Vittorio c’è un piccolo bacino (purtroppo) senz'acqua con al centro un gruppo scultoreo la cui storia è davvero singolare. Nel 1870 Pio IX inaugurò di fronte al palazzo del Collegio Massimo la Mostra dell’Acqua Pia-Marcia. Nel 1885 la fontana fu spostata di fronte alla chiesa di S. Maria degli Angeli. La sua decorazione era molto semplice, poi per un periodo fu ornata con quattro leoni di stucco, finché nel 1897 fu assegnato allo scultore palermitano Mario Rutelli l’incarico di progettare una decorazione più maestosa. L’artista realizzò quattro gruppi bronzei in cui erano raffigurate le ninfe acquatiche (la Naiade degli Oceani, la Naiade dei Fiumi, la Naiade dei Laghi e la Naiade delle Acque Sotterranee) e animali ad esse collegati.

Il Glauco della fontana
delle Naiadi che stringe
il delfino (foto Gradozzi) 
La fontana con le quattro Naiadi fu inaugurata nel 1901, tuttavia, nel 1911 (in occasione dell’Esposizione Universale) Rutelli realizzò un quinto gruppo che venne posto al centro della composizione. Quest’ultima scultura (tre figure umane, un delfino e un polpo raffigurati mentre lottano tra loro) fu molto criticata (era soprannominata “il fritto misto”), perciò nel 1913 venne spostata nel laghetto dei giardini di piazza Vittorio. Rutelli la sostituì con il Glauco avvinghiato al delfino, che ancora fa bella mostra di sé al centro della fontana.

La Mostra dell'Acqua Pia-Marcia.

La fontana di piazza della Repubblica
decorata con i quattro leoni in stucco.

martedì 16 agosto 2016

Il giuramento di fratellanza tra Roma e Parigi

La colonna e la caravella
all'inizio di via Parigi
(foto Marco Gradozzi)
«Solo Parigi è degna di Roma e solo Roma è degna di Parigi»; con queste parole Roma e Parigi stipularono nel 1956 uno storico giuramento di fratellanza, siglato dal Sindaco di Roma Salvatore Rebecchini e dal Presidente del Consiglio Comunale di Parigi Jacques Féron. Tre anni dopo il Comune di Roma, in omaggio all'accordo stipulato, aprì nel rione Castro Pretorio una via intitolata proprio alla capitale francese (1959). Nel 1961 a memoria dello storico giuramento fu collocata all'inizio della strada, via Parigi appunto, una colonna antica (proveniente da piazza Nicosia) sulla quale fu posta una caravella di bronzo, simbolo del comune parigino. 

La Lupa dono del Comune di Roma
(foto EsseVu)
L'anno successivo il Comune di Roma ricambiò il dono offrendo a Parigi una Lupa di bronzo; anche questa, come la colonna, sembra (purtroppo) abbastanza trascurata, all'interno di un piccolo giardino in Place Paul Painlevé, nel Quartiere Latino.

La targa realizzata per l'apertura
di via Parigi nel 1959
(foto Marco Gradozzi)