venerdì 10 novembre 2017

La più antica insegna pubblicitaria di Roma (forse)


Piazza della Maddalena
(foto Marco Gradozzi)
È proprio vero: la pubblicità è l’anima del commercio, a maggior ragione se realizzata da un’artista e commentata da una massima religiosa. Siamo a Roma, in piazza della Maddalena, perciò è assolutamente normale che di fronte alla chiesa omonima, sullo spigolo del palazzo all’angolo tra via della Rosetta e via del Pozzo delle Cornacchie, sia stata collocata (probabilmente nel Settecento) un‘immagine della santa. Osservando con attenzione il cartiglio marmoreo posto sotto la Maddalena si nota la presenza di un’iscrizione - MAGDALA CUM LACRYMIS FUNDENS OPOBALSAMA VIXIT SIC FORTUNAE AEGRIS PHARMACA SUMPTA IUVANT - la cui traduzione è quanto meno singolare: "Maddalena si salvò spargendo gli unguenti con le lacrime, allo stesso modo i farmaci della fortuna assunti fanno bene ai malati". 

L'iscrizione nel cartiglio
(foto Marco Gradozzi)
L’ispiratore dell’epigrafe conosceva sicuramente il Vangelo di Luca (7, 36-38): «Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato».

(foto Moscioni-1900)
Però perché la fortuna? E i malati? Passano i giorni ma le domande sono sempre lì, sottotraccia. Improvvisamente un colpo di fortuna … vedo lo stesso angolo della piazza rappresentato in una vecchia foto (Romualdo Moscioni 1900; per gentile concessione della Fondazione Besso). Rimango piuttosto sorpreso perché sotto il cartiglio un grande cartello reclamizza il “Gabinetto per consultazioni e cure chirurgiche diretto dal Dottor Spadaro via della Rosetta 5”. Inoltre, a sinistra della foto si nota l’insegna della (scomparsa) “Farmacia della Maddalena”. Ripenso all’iscrizione del cartiglio, ai farmaci assunti dai malati, forse c’è un collegamento.

La vista dalla sede del Nobile Collegio
(foto Marco Gradozzi)
Incuriosito dalla vicenda cerco informazioni sull’antica Farmacia della Maddalena, perciò vado a visitare l’archivio del Nobile Collegio Chimico Farmaceutico (fondato da papa Martino V nel 1429). La location è pazzesca, infatti, la sede del Collegio è all’interno di S. Lorenzo in Miranda, la chiesa costruita sui resti del tempio di Antonino e Faustina. La fortuna è dalla mia parte perché mi fa incontrare Laura, un’archivista formidabile che in poco tempo trova i documenti necessari per risolvere l’enigma. Andando a ritroso nel tempo spuntano gli atti di un processo intentato nel marzo 1631 a Giuliano Nanni (confettiere della Maddalena), colpevole di vendere zucchero mal conservato; all'epoca lo zucchero e le spezie venivano venduti dai farmacisti, perciò lì una farmacia esisteva fin dal Seicento. Continuiamo a cercare, poi, finalmente, la soluzione: un documento del 28 agosto 1700 che menziona il farmacista Filippo Fortuna alla Maddalena. Ora è tutto chiaro: probabilmente è proprio Filippo Fortuna il committente dell’immagine sacra e dell’iscrizione in cui si gioca sul doppio significato di "farmaci della fortuna" e "farmaci di Fortuna".

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